Aifcom osserva con dolore, preoccupazione e senso di impotenza le vicende che stanno nuovamente attanagliando il medio-oriente. La Palestina, oramai da 3000 anni, non conosce pace.

Questa ennesima escalation vede contrapporsi due popoli dalla comune origine etnica (popoli semiti) e due religioni con importati punti di contatto.

Pur ritenendo importanti le ragioni geo-politiche, storiche e religiose alla base di tale conflitto, chiediamo il cessate il fuoco immediato, la liberazione di tutti gli ostaggi e l’avvio di un percorso di pace.

I gruppi sociali, nell’era dell’emergere di nuovi “tribalismi”, appaiono sempre più chiusi e arroccati; tendono a guardarsi vicendevolmente come nemici e a consolidare i legami intra-gruppo. L’Altro è sempre più connotato per la sua appartenenza etnico-religiosa e meno per la sua irriducibile unicità.

In tal senso, riteniamo pericolose ed inutili le dichiarazioni di alcuni politici, professionisti dell’odio e della paura, concentrati solo ad incendiare gli animi e a rendere il dialogo tra i popoli sempre più difficile.

Se è vero che la paura, oggi, sembra essere l’emozione paradigmatica della nostra epoca, dobbiamo impegnarci tutti e tutte nel recupero della fiducia nei confronti di un’umanità sempre più fragile. Provare empatia, amare, rispettare, volere il bene di tutte le persone con cui condividiamo questo mondo deve ritornare ad essere una pratica quotidiana e una priorità nelle agende politiche.

Aifcom si appella a tutte quelle persone, a quei segmenti della società civile, a quelle organizzazioni, istituzioni che da sempre lavorano per costruire la pace. Sono tantissime, infatti, le personalità palestinesi ed israeliane che lavorano in questa direzione. Anche nel mondo assistiamo a diverse manifestazioni pacifiste organizzate da associazioni ebraiche e musulmane.

Le differenze umane possono coesistere, e le unioni miste contribuiscono alla costruzione di una società umana fondata sull’armonia e l’equilibrio tra diverse culture, etnie, religioni. Poiché, prima di tutto, siamo tutti esseri umani.

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