Un articolo del quotidiano “Libero”, giorno 7 giugno, titola: “Souad Sbai, perché le donne italiane non devono sposare i musulmani”. L’articolo, riprendendo gli ultimi tragici fatti di Londra, suggerisce alle donne europee di non sposare un musulmano. Gli stereotipi in gioco sono sempre gli stessi, una ricetta ormai collaudata: un musulmano è un potenziale terrorista e tende ad instaurare delle relazioni basate sulla sottomissione. Le donne europee sarebbero, dunque, in pericolo perché costrette a vivere una relazione in cui la loro libertà è a rischio. L’idea, poi, di difendere le “nostre donne” arricchisce, come una di quelle spezie che non possono mai mancare, la pietanza della paura servita per scatenare reazioni scomposte e, ovviamente, aumentare gli acquisti e i clic di un giornale chiaramente in crisi.

Come Aifcom abbiamo partecipato alla campagna #hosposatounmusulmano, che ha reso protagoniste molte donne e uomini uniti in un rapporto italo-musulmano. Lo abbiamo fatto per lanciare un segnale forte, chiaro e deciso: le unioni miste sono una risorsa per questo paese, non un vincolo. Rappresentano la concreta possibilità di sperimentare l’incontro con l’altro, di costruire ponti tra culture e religioni differenti.
Durante un’intervista per vita.it abbiamo ribadito che le problematiche relazionali in coppie di fedi diverse non sono ascrivibili al background religioso, quanto piuttosto alla capacità delle persone di gestire le differenze. Il pericolo è quando vi è un atteggiamento di imposizione della propria identità, ma questo non dipende dalla nazionalità del partner, basta guardare ai tragici casi di femminicidio in cui i partner sono italiani. I problemi delle coppie miste sono molto simili a quelli delle altre coppie: riguardano l’educazione dei figli, la gestione della quotidianità, le dinamiche di potere, i tradimenti, i rapporti con le famiglie d’origine. Hanno però delle specificità. Tra i motivi di tensione più comuni la difficoltà di essere accettati dalla famiglia e dagli amici del partner italiano e il confronto continuo con i pregiudizi e il razzismo. Non si tratta però di relazioni più complesse delle altre. Come in tutti i rapporti c’è bisogno della capacità di saper negoziare, ma questa è una necessità di tutte le coppie, indipendentemente da quali siano le origini dei partner.”

Aifcom si impegnerà sempre a tutelare le unioni miste: portatrici di valori interculturali necessari alla costruzione di una società aperta, plurale, inclusiva.

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/12407556/souad-sbai-islam-donne-italiane-matrimonio-musulmani-sottomesse.html

Presidente Aifcom

Dott. Alberto Mascena

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