A cura di Martina Mazzucchelli

Tiziana ha 18 anni, incontra un ragazzo in un bar e iniziano a chiacchierare. 21 anni dopo Tiziana e Hassan, quel ragazzo che è ormai un uomo, sono ancora insieme: hanno imparato a conoscersi, ad apprezzarsi e a stare bene, giorno dopo giorno.
La famiglia che hanno creato è la loro forza, il loro orgoglio. I loro figli sono frutto dell’incontro di due mondi apparentemente diversi, ma che hanno fatto del dialogo un ponte per ritrovarsi, sempre.
“Io sono felice”, mi dice Tiziana: tre parole per spiegare tutto ciò che conta.

Come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti per caso, nel novembre ’98. Era una sera, sono andata in un bar: lui era lì e abbiamo iniziato a parlare. Mio marito è di Casablanca, ma era qui da 7/8 mesi quando l’ho conosciuto io e parlava già bene l’italiano.

Tu hai conosciuto la sua famiglia?

Si, io ho conosciuto la sua famiglia, però lui ha perso prestissimo la mamma e il papà, tra il 2001 e il 2002. Si vede che gli manca, io faccio il possibile per stargli vicino, ma qualcosa gli mancherà sempre. Poi quando sono arrivati i bambini l’hanno aiutato a riacquistare un po’ di serenità.
Da un altro punto di vista, se ci fossero stati ancora i suoi genitori forse sarebbe stato più difficile per la religione: hanno l’abitudine di trasmettere ai figli e alla moglie la religione; Hassan mi ha parlato dell’Islam, ma non mi ha mai obbligato a convertirmi. Ai nostri figli cerchiamo di spiegare entrambe le religioni, in modo che siano in grado di decidere per sé stessi, una volta cresciuti. Di quello che pensano gli altri poco mi importa. Io insegno ai miei figli il rispetto del prossimo e a non fare male a nessuno, che è quello che il nostro Dio in comune vuole; quando si sentiranno pronti sceglieranno loro se essere cristiani o musulmani, io voglio che i miei figli siano in grado di decidere da soli cosa fare della loro vita. Festeggiamo le ricorrenze musulmane e tutte le ricorrenze cristiane. Io non vedo diversità tra noi, viviamo come una qualsiasi coppia italiana.
Abbiamo trovato il nostro equilibrio, anche se non è stato facile: il matrimonio in sé, anche tra persone dello stesso Paese ha le sue le difficoltà, noi abbiamo dovuto lavorarci un po’ di più, però è venuto tutto naturale. Inoltre, Hassan non ha molti amici del suo Paese, ha amici italiani, quindi forse è stato un bene, ci ha aiutato a essere un po’ più tranquilli.

Come ti trovi quando andate a trovare il resto dei parenti a Casablanca?

Mi piace il suo Paese perché mi hanno sempre trattato bene: fanno a gara a chi ci deve invitare a casa, mi sento accolta. Purtroppo, non possiamo andarci molto spesso perché essendo in 5 dobbiamo affittare un appartamento… Un’altra piccola difficoltà è che hanno la convinzione che, arrivando dall’estero, hai più possibilità di loro, quindi devi sempre cercare di aiutarli.

Com’è invece il rapporto tra la tua famiglia e Hassan?

Hassan e mia mamma si sono innamorati l’uno dell’altro subito, l’ha accettato subito benissimo. Ultimamente mia mamma non è stata molto bene, e mio marito ha voluto andare in ospedale… Mi dice “tua mamma è come se fosse mia madre”.
Mio padre ha fatto un po’ più di fatica, all’inizio non era molto d’accordo. Del resto, vent’anni fa lo straniero non era benvisto. Si è ammorbidito tanto quando è nato il primo nipotino, Omar, lo adorava e ha iniziato ad apprezzare anche Hassan.

Com’è cambiata la vostra coppia da quando ci sono i ragazzi?

Ci dividiamo i compiti, Hassan mi aiuta moltissimo con i bambini e con le faccende di casa, quindi siamo riusciti a trovare un equilibrio. Non è un aspetto comune tra gli uomini del suo Paese diciamo che io sono stata fortunata perché ho trovato una persona intelligente, che sa che i figli li abbiamo voluti tutti e due, quindi è giusto aiutarsi.

Ti va di parlarmi un po’ dei tuoi figli?

Sono il nostro orgoglio, perché sono dei ragazzi tranquilli, educati. Mio marito tiene tantissimo all’educazione dei ragazzi, forse perché è molto importante nel suo Paese d’origine: in Marocco c’è un grande rispetto per le persone più adulte, cosa che qui in Italia spesso non si vede. Hassan tentato di parlare arabo con i ragazzi i primi anni, poi però loro l’hanno perso, quindi adesso non parlano arabo, solo italiano. Io lo capisco molto più di loro e questo mi spiace un po’.
Abbiamo cercato anche nomi per loro che potessero andare bene sia in un Paese che nell’altro: Omar, Ambra e Laila. La differenza tra di noi non so se la vedono, se il fatto di avere il papà che viene dal Marocco e la mamma italiana sia un problema. Finora mi è sembrato di no.

Quali sono i momenti più belli per voi?

La gioia più grande è quando è nato Omar, io avevo 21 anni, lui 27, è stata l’emozione più grande che abbiamo provato insieme. Hassan è sempre stato con me, non mi ha mai lasciato sola.
Un altro bel ricordo il giorno del mio matrimonio. Ci siamo sposati in Comune in Italia nel 2001, e poi nel 2013 siamo andati in Marocco e Hassan mi ha fatto la sorpresa organizzando il matrimonio là. Io non sapevo niente, è stata un’emozione grandissima.

Ci sono degli argomenti su cui discutete spesso?

Siamo molto sereni, l’unico periodo un po’ burrascoso è il mese di Ramadan, ma se durante la giornata è stato piuttosto aggressivo o puntiglioso, la sera mi dice “scusami se oggi ti ho detto questo”.

A volte si creano delle situazioni spiacevoli a scuola: quando iniziano un percorso scolastico nuovo, i professori hanno dei pregiudizi perché i miei figli hanno un cognome straniero. Mi arrabbio quando i professori danno per scontato che siano stranieri; mia figlia è italiana, puoi chiederle di parlare del luogo dove è nato il papà, ma “parlami del tuo Paese d’origine” non è una domanda da fare a una bambina di una coppia mista, ma neanche ai bambini stranieri nati qua, perché anche loro sono italiani, secondo me. Speriamo che con il tempo le cose migliorino, anche per i miei figli, loro sono italiani, non sono stranieri. Per ora ci son stati solo due o tre episodi ma, dato che sono piccoli, sono intervenuta io. Vedo che se la cavano bene, anche con gli amici non hanno nessun tipo di problema.
Molte comunità si chiudono in loro stesse, noi essendo 50 e 50 riusciamo a stare bene da entrambe le “parti”: io sto bene con le mamme straniere e bene con le mamme italiane e mio marito uguale, mediamo molto tra le due culture.
Io credo di essere così perché i miei genitori mi hanno insegnato questo. Mio padre è figlio di emigrati francesi, invece la mamma di mia mamma era napoletana: adorava Hassan, diceva che capiva quello che provava lui in Italia, perché quando lei è arrivata a Bergamo la facevano sentire straniera.

Con l’ambiente esterno invece avete…

Avuto problemi dici? Capita sempre: a volte se deve andare a fare dei documenti in un ufficio, gli fanno delle storie, se vado io si risolve tutto. Questa cosa la detesto, voglio che lui sia in grado di essere indipendente. Però è dovuto anche al fatto che tanti suoi compaesani si comportano male e quindi poi nasce un pregiudizio generale. A me non è mai interessata la sua provenienza: so che persona è, quanto vale, e questo è l’importante.

Se potessi tornassi indietro, lo rifaresti?

Su Facebook ci sono diversi gruppi di coppie miste e tanti hanno vissuto un’esperienza negativa: a me spiace per loro, anche quando sentiamo al telegiornale che un partner è partito e ha portato via i bambini o altro… Però le brutte situazioni ci sono anche tra persone della stessa nazionalità: credo che alla base di ogni rapporto ci sia il rispetto, se manca quello si creano dei problemi, che lui sia bianco, nero, giallo…
Noi siamo affiatati perché abbiamo la stessa idea di coppia, che è fatta di rispetto, dello stare insieme, di dirsi le cose anche se sai che l’altro non ne sarà felice. Questo aspetto ho dovuto farlo capire anche a lui, perché all’inizio era molto geloso. Quando ci siamo conosciuti, il mio migliore amico era maschio: per lui è stato molto difficile accettarlo, poi si sono conosciuti… Ed è stato il suo testimone di nozze! Con il tempo ha capito che doveva fidarsi.
Non ho mai pensato di cambiare o come sarebbe stato se avessi avuto un marito italiano, anzi… Per le esperienze di amici e parenti, io sono felice con lui, non lo cambierei con un uomo italiano, non mi ha mai fatto mancare niente, mi ama, mi rispetta… Non è una cosa che vedo in tutte le coppie, probabilmente noi siamo stati fortunati, stiamo bene insieme.

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